Per calcolosi urinaria si intende la formazione di calcoli di varia natura (ossalato di calcio, fosfato di calcio, acido urico, cistina, struvite) all’interno dell’apparato urinario, dal rene fino alla vescica.
I Sintomi
La classica manifestazione clinica della calcolosi urinaria è la colica renale, un dolore molto acuto che si manifesta classicamente al fianco, con irradiazione posteriore e anteriore fino a interessare l’addome inferiore, la regione inguinale e spesso il testicolo (nel maschio) o la vulva (nella donna).
La calcolosi urinaria si può accompagnare a febbre, nausea, vomito, presenza di sangue nelle urine, aumentata frequenza minzionale e urgenza minzionale.
Primo trattamento e diagnosi
La calcolosi urinaria necessita di un primo trattamento immediato con farmaci antiinfiammatori per placare il dolore.
La diagnosi si pone con l’ecografia addominale, la radiografia dell’apparato urinario ed eventualmente con la TC.
A prescindere del trattamento proposto, ciò che interessa maggiormente il paziente, una volta risolto l’evento acuto, è come fare a evitare ulteriori episodi di colica renale e di formazione di altri calcoli renali. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, la risposta che ci si sente dare dal medico è “bevi molta acqua”. Diciamo che si tratta di una risposta facile e troppo semplicistica. L’acqua, infatti, rappresenta sicuramente la base della prevenzione della calcolosi urinaria. È assolutamente vero che la maggior parte dei pazienti che presentano calcoli renali non bevono una quantità adeguata di acqua. Ma quanta acqua è necessario bere e che tipologia?
I consigli per evitare la calcolosi urinaria
Si consiglia di bere almeno 2 litri e mezzo d’acqua al giorno, ben distribuiti nell’arco della giornata. Nel caso di calcolosi di cistina (una calcolosi su base genetica) le quantità vanno aumentate fino a 3 litri e mezzo al giorno.
Sul tipo di acqua, invece, è più difficile rispondere, in quanto non vi è una evidenza sicura. Generalmente le acque minimamente mineralizzate (quelle con residuo fisso <50 mg/L) e quelle oligominerali (residuo fisso compreso tra 5 e 500 mg/L) sono le più indicate. Per le acque oligominerali, meglio se sono a basso contenuto di sodio (<20 mg/L) e a normale contenuto di calcio (compreso tra 50 e 150 mg/L). Il loro effetto diuretico e uricosurico (promuovono cioè l‘eliminazione dell’acido urico) favorisce senza dubbio l’eliminazione dei calcoli renali e ne previene la formazione. In alcune situazioni, come negli stati iperuricemici associati a calcolosi da acido urico, possiamo consigliare anche alcune acque minerali specifiche, come le acque ricche di bicarbonato (> 600 mg/L).
Sfatiamo un luogo comune sulla Calcolosi Urinaria
Bisogna in ogni caso sfatare il luogo comune del non bere l’acqua del rubinetto, in quanto considerata troppo ricca di calcio e favorente la formazione dei calcoli renali. Ciò non solo è falso ma la presenza di calcio nell’acqua, così come nella dieta, risulta invece un fattore protettivo per la formazione di calcoli, in quanto favorisce l’eliminazione con le feci dell’ossalato, il vero promotore della calcolosi da ossalato di calcio (il tipo di calcolosi di gran lunga più frequente).
Bere acqua, semplicemente non sempre basta a prevenire la calcolosi. In alcuni casi, infatti, i calcoli si formano per una serie di altri fattori, sui quali, se individuati correttamente attraverso il dosaggio di alcuni soluti nel sangue e nelle urine, possiamo intervenire con una dieta adeguata e l’utilizzo di specifici integratori.
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